«Ragazzi, per fare una fotografia dovete saper guardare, per guardare dovete acuire lo sguardo, dunque imparare a leggere l’immagine che non avete ancora scattato».
Il fotografo iraniano Reza Deghati è uno dei grandi protagonisti del progetto Terzocchio-Meridiani di Luce della Fondazione Antonio Presti per Librino.

Al fotoreporter nomade di National Geographic, oggi naturalizzato francese, Antonio Presti –  grazie anche alla collaborazione di Cristina Bertelli e Marco Pinna –  ha pensato per avviare, tra il 2010 e 2011, una serie di laboratori e workshop di fotografia che hanno puntato l’obiettivo sui volti, le storie e le attività di Librino a partire dagli stessi ragazzi del quartiere.

Reza, presidente e fondatore dell’Ong “Aina World”, ha messo il suo talento e la sua esperienza a disposizione dei cittadini di Librino, lavorando fianco a fianco di grandi e bambini, per cogliere l’anima del quartiere, dei suoi cittadini e la loro unicità.

Il suo lavoro, per quasi due anni, si è alternato tra scatti personali in giro per Librino (scatti che andranno a confluire nel vasto progetto del Museo dell’Immagine) e la formazione di fotografi e tutor.

Una presenza totalizzante, volta a “riannodare il legame sociale nell’ambito del quartiere grazie all’arte”. Reza si è dedicato alla formazione dei fotografi e dei 100 ragazzi con età compresa tra gli 8 e i 17 anni.

Nell’ambito dell’ampio progetto fotografico di arte e formazione, gli studenti hanno fotografato circa 300 persone rispondendo al tema “La mia terra, la mia famiglia”, mentre i fotografi professionisti hanno lavorato all’interno dei negozi, nelle sedi delle associazioni culturali e di volontariato e ovviamente anche nelle case private.

Oltre ai fotografi e ai bambini delle scuole, la Fondazione Antonio Presti ha coinvolto nei laboratori di Reza, gli studenti delle facoltà di Lingue e Letterature Straniere e di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, che hanno partecipato al percorso didattico, trasformandolo in occasione di ricerca e tesi sperimentali.

Un progetto entusiasmante che si è alimentato della tenacia e della lungimiranza di “due sognatori del fare” come Reza Deghati e Antonio Presti. Emblematico, a tal proposito, è l’aneddoto raccontato da Cristina Bertelli: «Antonio dice “Ogni ragazzo può conoscere trecento persone fra parenti vicini e lontani, amici e amici degli amici. In qualche mese può fotografarli tutti. Cento ragazzi per trecento persone fanno tremila fotografie”. Reza risponde: No, no, fanno trentamila”.  Antonio “Sicuro?”. Reza “Sicurissimo”. E infine, Antonio “Giusto, ne facciamo trentamila”.

Trentamila foto, che confluiranno nel “Museo dell’Immagine” e nel grande Archivio socio antropologico, e che sono il frutto di laboratori in cui i ragazzi non hanno solo imparato a tenere in mano e utilizzare una macchina fotografica, ma a studiare, capire e leggere la vita dietro l’immagine perché obiettivo pedagogico di Reza è sempre stato quello di far comprendere alla squadra di piccoli fotoreporter che ciò che davvero conta nella foto è la persona ed è “lo sguardo su di sé e sull’altro”.

 

Il risultato? I fotografi in erba della grande scuola internazionale di fotografia di Librino hanno tirato fuori la propria creatività, hanno imparato a essere liberi di parlare con un’immagine per difenderla poi in pubblico, durante le proiezioni.

Per mesi, i bambini armati di macchina fotografica sono stati artisti, protagonisti, soggetti e spettatori di quella grande opera d’arte in itinere che sarà il Museo Terzocchio Meridiani di Luce. E se uno è allo stesso tempo protagonista, autore, attore e spettatore, come ama sottolineare Antonio Presti, “è lui stesso l’Opera”.

 

I nomi dei fotografi selezionati

“Progetto artistico educativo”:  Alessandro di Giugno, Alessio Genovese, Andrea Cattano, Annamaria di Giacomo, Antonio Licari, Claudia Lauria, Desideria Burgio delle Gazzere, Fabrizio Frixa, Gianni Mania, Lidia Tropea, Luca Guarneri, Mela Salemi, Natale De Fino, Riccardo Scibetta, Rosario Scalia, Santo Eduardo di Miceli, Santo Mangiameli, Stefania Romano, Stefania Zocco,

“Progetto artistico libero”: Antonio Caia, Daniela Cappello, Daniele Muratore,

Fabio Sgroi, Filippo Messina, Francesco Baiamonte, Gaetana Milazzo, Gianni

Muratore, Giovanni Galizia, Giuseppe Botta, Irma Vecchio, Lillo Cerami, Marco Crupi, Mario Bucolo, Massimo Cristaldi, Roberto Strano, Rosario Cinque, Stefano Aliffi, Vincenzo Medica.

A questi si sono aggiunti: Daniele Bannò, Francesco Butera, Laura Cammarata, Stefania de Filippo, Valeria Sarraino, Benedetto Tarantino,

E alcuni studenti universitari, direttamente coinvolti dal loro docente Francesco

Ruggeri: Livio Cavaleri, Tea Falco, Carmelo Gangemi, Dafne Grasso, Monica Gravina, Sara La Spina, tiziana Lombardo, Simona Raissa Magrì, Valentina Mazzone, Desirèe Miranda, Roberta Manfitò, Sandra Quagliata, Martina Ragusa, Giuseppe Romano, Enrico Sigillo, Cristina Silvestro, Francesco Sorbello, Dario Spoto, Ewelina Waigel.